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Non è un problema di disobbedienza
Graziella Proto
Libertà, libertà, libertà… col saluto fascista. È una immagine che non si può guardare.
Libertà da cosa? bisogna ricordare che la libertà è un aspetto della democrazia. Non è anarchia. Non è una cosa astratta. Essere libero non significa che puoi sputare in faccia alla prima persona che incontri, dare una coltellata a chi ti offende, contagiare le persone che ti circondano. Libertà è soprattutto solidarietà. È il rispetto delle regole, è il diritto a vivere in una collettività. È il rispetto per tutti. Facendo in modo che tutti si viva sani, in armonia, e solidali. La libertà senza la solidarietà mi sa molto di arido.
Che non bisogna fermarsi alle apparenze ce lo ripetiamo quasi sempre. Meno spesso invece ci ripetiamo che la verità più profonda delle cose va cercata. Scovata. Approfondita.
Le rivolte che stanno avvenendo in varie città non si possono assolutamente liquidare dicendo con supponenza che si tratta di delinquenti, facinorosi, centri sociali… Oltranzisti, fasce di estrema destra e di estrema sinistra. Non si può liquidare con questa semplicità una questione complessa e complicata.
Attraverso la repressione non si può risolvere tutto, perché non si può guardare solo la presenza degli infiltrati
Sì, io ne sono convinta, dietro i fatti di Napoli non può non esserci dietro la camorra, ovviamente gli ultimi della scala, i manovali, gli spacciatori, ma… non può essere solo questo. Dentro i vari calderoni ci sono anche persone arrabbiate. Persone che vivono un disagio. Persone che hanno paura. Ci sono i soliti sulla cui pelle ricade tutto. Qualsiasi crisi. Per non parlare dei lavoratori invisibili.
Comunque non tutti protestano o disubbidiscono o accettano una situazione che non dipende da nessuno se non da un Covid canaglia che ci ha messo e continua metterci in ginocchio. Ci sono gruppi di persone ridotti al silenzio. Totalmente fuori da ogni forma di vita sociale. Completamente lontani e non più interessati a ciò che succede intorno a loro perché la loro emergenza quotidiana è diversa da tutte le altre. Lo sanno bene le organizzazioni che di loro si occupano.
La politica, nonostante l’impegno che ci sta mettendo, non riesce a parlare almeno non a tutti.

UNA DISOBBEDIENZA SANA

La situazione pubblica è molto grave. Su questo non ci sono dubbi. Cè un’ansia diffusa e una grande sofferenza.
Panico per l’epidemia e angoscia per un peggioramento della situazione economica.
Il rischio di una depressione collettiva.
Tuttavia che lo si condivida o no, la salute collettiva è prioritaria rispetto a tutto il resto. E se per tutelarla bisogna fare dei sacrifici, individuali, essere “controllati” a vista, rinunciare a qualche cosa ben venga. Non mi fa paura. Si può fare e purtroppo – me ne dispiaccio – alcuni soffriranno più di altri. È verso loro che dobbiamo rivolgere lo sguardo.
Si può stare sei mesi senza andare al bar a fare colazione o prendere l’aperitivo? Sì.
Si può stare alcuni mesi senza andare al ristorante o fare movida varia? Sì.
Senza andare in discoteca? Sììì, diciamolo alla Santanchè e a Briatore.
Per le cose necessarie ci saranno delle soluzioni.
Si può stare sei mesi senza stipendio? NO.
Può un lavoratore in nero stare senza alcun contributo? No. Ma loro non sono in regola… dirà qualcuno, infatti, vivono in eterna insicurezza, e precarietà. Sfruttati e sottopagati. Se svolge un lavoro sommerso, ufficialmente non esiste e quindi non ha alcun diritto a ricevere sovvenzione, aiuto, contributo, ma non lo si può punire due volte.
Può il gestore di un ristorante o di un bar o di un qualsiasi altro servizio terziario chiudere dall’oggi al domani? Licenziare i dipendenti? No.
Potremmo continuare parlando dei teatri e di tutti gli operatori dello spettacolo e della cultura verso i quali esprimiamo grande solidarietà ma andremmo molto lontano…
La salute è prioritaria, non c’è disobbedienza che tenga. Bisogna affidarsi alla medicina, a ciò che suggerisce la scienza. Senza sentirsi sudditi bisognerebbe affidarsi con tanta pazienza a chi di dovere, al governo “mio” o non “mio” per dare la possibilità di lavorare in pace e senza distrazioni. Certamente attraverso i rappresentanti, porgendo consigli, proposte… suggerimenti. Tanto per fare un esempio che non si può mettere sullo stesso piano ( come dice la brava Alessia Candito)chi rinuncia alla settimana bianca e chi invece conta gli spiccioli alla cassa del supermercato
Domani i miei nipotini andranno a fare il tampone perché nelle loro scuole ci sono alunni positivi. Un bambino è un soggetto che infetta in maniera esponenziale… che si fa? Si creano dei lager?
Si vive insieme e insieme dobbiamo uscirne. Da soli non si va da nessuna parte. La sicurezza di tutti dipende da tutti. Non è solo una banalità.