Editoriale: WELCOME HOME
di Graziella Proto
Conclusa la crociera. Probabilmente l’itinerario e la destinazione della crociera non sono quelli previsti dai viaggiatori ma si sono divertiti lo stesso. Sperano di non ripetere. I ministri Salvini e Toninelli soddisfatti potranno andare loro in crociera. Vergogna!
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Finita l’Odissea dei passeggeri della nave Aquarius. Sono arrivati in Spagna e sono stati accolti da striscioni con la scritta “welcome home” in varie lingue,mille volontari della croce rossa e 470 traduttori. I profughi provengono da 26 Paesi principalmente africani, ma anche da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan.
Alle prime ore di domenica 10 giugno nel tratto di mare fra Malta e Sicilia la nave Aquarius dell’ong SOS Mediterranee proveniente dalla Libia con a bordo 629 migranti – fra cui 123 minori non accompagnati e 7 donne incinte – era in attesa di un permesso per attraccare in Sicilia. Il nuovo ministro dell’Interno Salvini non le ha consentito di sbarcare. I porti sono chiusi. Che sbarchino a Malta. Malta dice no. Non risponde e comunque Malta non accetta lo sbarco di persone nel suo territorio. Alla fine si fa sentire la Spagna dove, dal 2 giugno 2018, a capo del governo c’è Pedro Sánchez Pérez-Castejón – segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo.
Salvini ministro dell’Interno, può “bloccare” una nave o chiudere i porti? Dovrebbe essere il ministro delle Infrastrutture Toninelli a decidere la chiusura dei porti “… se sospetta una violazione delle leggi italiane, e se l’arrivo della nave arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello stato costiero”, in base alla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (ratificata dall’Italia nel 1994). Nulla di tutto ciò.
Le disposizioni amministrative emanate da un ministro dovrebbero o no rispondere agli articoli della Costituzione e relative leggi di ratifica delle convenzioni internazionali? Sembrerebbe che non sia così. Sembrerebbe invece, che il “Contratto” di governo abbia aperto la strada ad una serie di gravi rotture costituzionali e anche internazionali.
Condivido pienamente con Gino Strada, basta con i bisognerebbe fare. Oppure, la destra farebbe così e la sinistra in questo altro modo. La gente in migrazione è disperata. Ha bisogno di una mano di aiuto vero e possibilmente silenzioso. Eventualmente senza retorica, fronzoli ed orpelli. Necessitano regole nazionali ed europee chiare, facili, semplici. Che non diano a chicchessia la possibilità di interpretazioni fantasiose o di rigetto. Ce lo hanno dimostrato la coraggiosa Lampedusa, la rivoluzionaria Riace e potremmo continuare…
L’attuale non è il mio governo, non mi rappresenta, è stato eletto non nel mio nome, ma è il governo del paese in cui sono nata e vivo e pretendo ugualmente il rispetto dei principi fondamentali della Costituzione e della convivenza civile
Chi siamo noi per condizionare la libertà e il movimento di tutti quelli che sono come noi? si chiede Mimmo Lucano, il sindaco di Riace. E me lo chiedo anche io. Da tanto tempo.
Non ci vogliono intelligenze straordinarie per capire quello che sta succedendo, basta osservare le immagini che ci arrivano dentro casa.
Chi sopra un gommone affronta il mare per giorni e giorni, col rischio di morire, perché tanto, peggio di come era non è possibile, scappa dalla guerra e dalla povertà, dai regimi che fanno patire la fame. Sopra quei gommoni c’è la disperazione. Da quelle imbarcazioni fatiscenti tanti anni addietro minacciavano di buttare i loro bambini a mare se non avessero trovato aiuto. Questo era ed è il livello di disperazione.
E cosa facciamo noi “civili”, di fronte a questa disperazione? Li rinneghiamo. Li lasciamo a mare… ci sono stati cinque giorni, ci possono stare anche otto di giorni, dieci. Ma tanto a fianco della nave Aquarius ci sono le nostre navi… stanno bene… Troppa retorica sull’accaduto, pensiamo ai governi precedenti… bisogna costringere gli altri paesi a…
I trattati non vanno bene?
Vanno rinegoziati. Ma il tavolo delle trattative non può essere fatto sulla pelle di chi già la disperazione la conosce così bene che ne vorrebbe scappare via.
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e rivendico il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”.
Lorenzo Milani