NOI ANDREMO AVANTI
Editoriale di Graziella Proto
Questo numero che arriva con un lunghissimo ritardo ripropone una storia a dir poco kafkiana quindi,inquietante e assurda. Caratterizzata da una serie di fatti inauditi passati come una normale quotidianità.
La storia del capitano dell’Aeronautica Ciancarella che sognò di portare avanti il progetto della democratizzazione e dell’onestà dei comportamenti dentro l’Arma. Il nonnismo, i depistaggi sulla strage di Ustica, i conseguenti: suicidi singolari, incidenti aerei strani, infarti senza base clinica corrispondente ecc. di alcuni, parecchi testimoni… A tutto ciò Mario Ciancarella ha replicato. Ha anche scritto. Ha denunciato. Si è ribellato.
Ha disturbato? Sì. I manovratori intralciati per isolarlo e metterlo a tacere hanno utilizzato tutti i metodi possibili e inimmaginabili. Illeciti e scorretti. Alla fine lo hanno radiato per indegnità: non un decreto presidenziale come previsto, ma… con un pezzo di carta che qualcuno disse era firmata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Dopo trentatré anni una sentenza dichiara falso il documento della radiazione e falsa la firma del presidente Pertini.
Cos’è questa modalità se non un golpe?
Un caso di una gravità senza precedenti.
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L’informazione? In Italia l’informazione non sta prestando alcuna attenzione alla storia dentro la quale si trova la storia della strage di Ustica, la morte in caserma del parà Emanuele Scieri, il fenomeno del nonnismo, le storie di alcuni testimoni – morti in situazioni misteriose o quantomeno discutibili
Reticenza? Avversione? Omertà? Disinteresse? Indifferenza? Come mai? Perché?
Ci si lamenta sempre che non ci sono storie positive da raccontare… E allora perché questo silenzio?
Chi potrebbe dire qualcosa preferisce non dire nulla, a differenza del periodo in cui sulla storia si poteva buttare fango e si era solo in pochi a cercare di venirne a capo.
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Nel frattempo, nonostante le lettere, gli inviti, le pressioni alle istituzioni competenti, a distanza di mesi ancora nulla. Non si è fatto vivo nessuno. Anzi sì, un parlamentare un po’ distratto che ancora non ha capito che c’è stata una sentenza.
Chi deve prendere in mano la sentenza del tribunale di Firenze e darne corso?
Fra questi sicuramente il ministro della difesa. Chi dovrà dire al capitano: sa, Lei in effetti non è stato mai radiato quindi è a tutti gli effetti ancora capitano? Oppure: sa, Lei è troppo vecchio e deve andare in pensione… come faremo a risarcirLa?
Cara ministra latitante Pinotti, purtroppo per lei il capitano e la sua famiglia non possono essere risarciti. Non c’è prezzo! Non c’è medaglia! Forse si potrà rattoppare… ridandogli l’onore, per esempio. Ma in effetti l’onore e la credibilità il capitano li aveva persi solo per alcuni.
A distanza di mesi tuttavia ancora nulla! Nessuno si presenta, nessuno risponde. Chi di dovere è latitante. Ma è cambiato il governo, qualcuno potrebbe obiettare… sì ma il ministro della difesa è lo stesso, non c’è stato bisogno nemmeno del passaggio di consegne, c’è la continuità. È la stessa persona. La stessa istituzione.
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Questo numero arriva con molto ritardo… All’inizio si voleva fare un numero speciale sulla storia di Mario Ciancarella. “Casablanca” ha chiesto a vari personaggi che avrebbero e potrebbero dire delle cose sulla vicenda, di scrivere e partecipare alla stesura del numero speciale. Nessuno ha avuto il coraggio di dire NO, oppure non voglio scrivere, non mi voglio esporre, si è preferito rispondere non posso, sono molto impegnato… troppo lavoro arretrato… le feste… però se aspetti dopo le feste… La redazione ha aspettato, ha spostato l’uscita di “Casablanca – 47” perché riteneva utile e fondamentale quegli interventi… Sono passate le feste ma gli articoli non sono arrivati. Abbiamo solamente perso tempo.
Così come ha fatto da sempre, da 11 anni – la rivista vuole portare avanti questa storia fino alla fine, a fianco di Mario Ciancarella, e lo vuole fare con serietà, correttezza, etica. “Casablanca” non vuole essere latitante.
Noi con moltissimo ritardo andiamo in rete. Sappiamo che la lotta continua.
L’Associazione Antimafie “Rita Atria” che da 24 anni segue, assiste (anche legalmente ) e lotta con e per il capitano, dopo la sentenza ha anche scritto al Presidente della Repubblica Mattarella, chiedendo “che Mario Ciancarella venga ricevuto al Quirinale dalle più alte cariche istituzionali, insieme alla sua famiglia, per riconoscergli l'onore civile e militare a lui dovuto per avere sacrificato la propria vita e quella dei suoi familiari sull’ara della fedeltà allo Stato Italiano, che egli venga riabilitato nell’Arma dell’Aeronautica con il conferimento del massimo grado spettante alla sua carica di Ufficiale …”
Ancora aspettiamo risposte.
“Noi andremo avanti per la nostra strada, – si legge nel documento dell’Associazione Antimafie ‘Rita Atria’ – ma rifacendoci alle parole dette dall’onorevole Mattiello e dall’onorevole Fava, durante la conferenza stampa di giovedì 10 novembre 2016, è la politica che ha il dovere di fare luce su una delle pagine più oscure della storia italiana e visto quanto emerso negli ultimi mesi, di cercare le vere cause di tutte le morti sospette che orbitano intorno alla strage di Ustica, dovere che non si può certo delegare ad un'associazione o ai singoli cittadini”.
Noi andremo avanti.
Direttore Graziella Proto – protograziella@gmail.com - Redazione tecnica: Vincenza Scuderi - Nadia Furnari – Simona Secci –- Edizione Le Siciliane di Graziella Rapisarda – versione on-line: http://www.lesiciliane.org Registraz. Tribunale Catania n.23/06 del 12.07.2006 – dir. Responsabile Lillo Venezia |
…un grazie particolare a Mauro Biani
Dipinto a pag. 29 di Simona Secci
Immagine in copertina tratta dal video di Stefania Mulè
https://www.youtube.com/watch?v=HZwebFfotMU